La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Rhadamanthus - antroponimo » Mediterraneum, Mare - toponimo terrestre » Infinito [GA] p. 396



una cosa incorporea, sarebe questo mondo in potenza e
facultà di svanirsi ed annullarsi: perché, per quanto com-
prendemo, tutt'i corpi sono dissolubili. Lascio, dico, che
non sarebe raggion che tolga che tal volta l'inane infinito
benché non si possa capire di potenza attiva, debba assor-
bire questo mondo come un nulla. Lascio che il luogo,
spacio ed inane ha similitudine con la materia, se pur non
è la materia istessa; come forse non senza caggione tal volta
par che voglia Platone
e tutti quelli che definiscono il
luogo come certo spacio. Ora, se la materia ha il suo appe-
tito, il quale non deve essere in vano, perché tale appetito
è della natura e procede da l'ordine della prima natura,
bisogna che il loco, il spacio, l'inane abbiano cotale appetito.
Lascio che, come è stato di sopra accennato, nessun di questi
che dice il mondo terminato, dopo aver affirmato il termine,
sa in modo alcuno fingere come quello sia; ed insieme
insieme alcun di questi, negando il vacuo ed inane con le
proposte e paroli, con l'esecuzione poi ed effetto viene a
ponerlo necessariamente. Se è vacuo ed inane, è certo capace
di ricevere; e questo non si può in modo alcuno negare,
atteso che - per tal raggione medesima, per la quale è
stimato impossibile che nel spacio dove è questo mondo,
insieme insieme si trove contenuto un altro mondo - deve
esser detto possibile che nel spacio fuor di questo mondo,
o in quel niente, se cossí dir vuole Aristotele quello che non
vuol dir vacuo, possa essere contenuto
. La raggione, per la
quale lui dice dui corpi non possere essere insieme, è l'in-
compossibilità delle dimensioni di uno ed un altro corpo
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