La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Behemot - antroponimo » Rhegima - antroponimo » Infinito [GA] p. 418



azione nel corpo finito, né tampoco patir da quello; ed
apporta tre proposizioni. Prima che "l'infinito non patisce
dal finito"
; perché ogni moto, e per conseguenza ogni
passione, è in tempo; e se è cossì, potrà avenire che un
corpo di minor grandezza potrà aver proporzionale pas-
sione a quella; però, sicome è proporzione del paziente
finito all'agente finito, verrà ad esser simile del paziente
finito allo agente infinito. Questo si vede, si poniamo per
corpo infinito A, per corpo finito B; e perché ogni moto
è in tempo, sia il tempo G, nel qual tempo A o muove o
è mosso. Prendiamo appresso un corpo di minor gran-
dezza, il quale è B; e sia la linea D agente circa un altro
corpo (il qual corpo sia H) compitamente, nel medesimo
tempo G. Da questo veramente si vedrà, che sarà propor-
zione di D agente minore a B agente maggiore, sicome è
proporzione del paziente finito H alla parte finita A,