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Walsingame, Francesco - antroponimo » Infinito [GA] p. 420
ed il paziente finito B, e ponemo, che A infinito è agente
in B finito, in tempo G. Appresso sia il corpo finito D
agente nella parte di B, cioè BZ, in medesimo tempo G.
Certamente sarà proporzione del paziente BZ a tutto B
paziente, come è proporzione di D agente all'altro agente
finito H; ed essendo mutata proporzione, di D agente a BZ
paziente, sicome la proporzione di H agente a tutto B.
Per conseguenza B sarà mosso da H in medesimo tempo,
in cui BZ vien mosso da D, cioè in tempo G, nel qual
tempo B è mosso da l'infinito agente A; il che è impos- sibile. La quale impossibilità séguita da quel ch'abbiamo
detto: cioè che, si cosa infinita opra in tempo finito, bisogna
che l'azione non sia in tempo, perché tra il finito e l'infinito
non è proporzione . Dunque, ponendo noi doi agenti diversi,
li quali abbiano medesima azione in medesimo paziente,
necessariamente l'azion di quello sarà in doi tempi diversi,
e sarà proporzion di tempo a tempo: come di agente ad
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