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Walsingame, Francesco - antroponimo » Infinito [GA] p. 428



Filoteo. Certo non, come si può rapportar da quel ch'ab-
biamo detto. Perché, essendo la virtú corporale distesa per
dimensione di corpo infinito, non verrebe ad essere efficiente
contra il finito con vigore e virtú infinita, ma con quello
che può diffondere dalle parti finite e secondo certa distanza
rimosse; atteso che è impossibile che opre secondo tutte
le parti, ma secondo le prossime solamente. Come si vede
nella precedente demostrazione: dove presupponiamo A e B
doi corpi infiniti; li quali non sono atti a transmutar l'un
l'altro, se non per le parti, che sono della distanza tra 10,
20, 30, 40, ed M, N, 0, P; e per tanto nulla importa per
far maggior e piú vigorosa azione, quantunque il corpo B
corra e cresca in infinito, ed il corpo A rimagna finito.
Ecco dunque come da doi contrarii contraposti sempre
séguita azione finita ed alterazione finita, non meno sup-
ponendo di ambidoi infinito l'uno e l'altro finito, che sup-
ponendo infinito l'uno e l'altro.
Elpino. Mi avete molto satisfatto, di sorte che mi par
cosa soverchia d'apportar quell'altre raggioni salvaticine
con le quali vuol dimostrar che estra il cielo non sia corpo
infinito, come quella che dice: "ogni corpo che è in loco,
è sensibile: ma estra il cielo non è corpo sensibile; dunque
non vi è loco". O pur cossí: "ogni corpo sensibile è in loco;
extra il cielo non è loco; dunque, non vi è corpo. Anzi
manco vi è extra, perché extra significa differenza di loco
e di loco sensibile, e non spirituale ed intelligibile corpo,
come alcuno potrebe dire: se è sensibile, è finito"
.
Filoteo. Io credo ed intendo che oltre ed oltre quella