La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Regomer - antroponimo » Infinito [GA] p. 354



de gli detti eccentrici e quanti possono riferirse al detto firma-
mento, tutti sono fantastici: che realmente pendeno da un
moto che fa la terra con il suo centro per l'ecliptica e quattro
altre differenze di moto che fa circa il centro de la propria
mole. Onde resta, che il moto proprio di ciascuna stella si
prende da la differenza che si può verificare suggettivamente
in essa come mobile da per sé per il campo spacioso. La qual
considerazione ne fa intendere, che tutte le raggioni del mobile
e moto infinito son vane e fondate su l'ignoranza del moto di
questo nostro globo. Terzo, si propone come non è stella
che non si muova come questa ed altre che, per essere a noi
vicine, ne fanno conoscere sensibilmente le differenze locali di
moti loro; ma che altrimente se muoveno gli soli che son
corpi dove predomina il foco, altrimente le terre ne le quali
l'acqua è predominante; e quindi si manifesta onde proceda
il lume che diffondeno le stelle, de quali altre luceno da per sé
altre per altro.
Quarto, in qual maniera corpi distantissimi dal sole
possano equalmente come gli piú vicini partecipar il caldo;
e si riprova la sentenza attribuita ad Epicuro, come che vuole
un sole esser bastante all'infinito universo
; e s'apporta la vera
differenza tra quei astri che scintillano e quei che non. Quinto
s'essamina la sentenza del Cusano circa la materia ed abita-
bilità di mondi e circa la raggion del lume. Sesto, come di
corpi, benché altri sieno per sé lucidi e caldi, non per questo
il sole luce al sole e la terra luce alla medesima terra ed acqua
alla medesima acqua; ma sempre il lume procede dall'apposito
astro, come sensibilmente veggiamo tutto il mar lucente da
luoghi eminenti, come da monti; ed essendo noi nel mare,
e quando siamo ne l'istesso campo, non veggiamo risplendere
se non quanto a certa poca dimensione il lume del sole e della
luna ne si oppone. Settimo, si discorre circa la vanità
delle quinte essenze: e si dechiara che tutti corpi sensibili
non sono altri e non costano d'altri prossimi e primi principii
che questi, che non sono altrimente mobili tanto per retto
quanto per circulare. Dove tutto si tratta con raggioni piú
accomodate al senso commune, mentre Fracastorio s'accomoda