La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Bressius - antroponimo » Infinito [GA] p. 481



terra, che chiamiamo luna, tra questa e il sole. Or che
sarrebe se la fusse piú vicina alla terra, e piú notabilmente
a lungo ne privasse di quel caldo e vital lume?
Filoteo. Dite bene. Seguitate ora il proposito d' Ari-
stotele.
Elpino. Apporta appresso una finta risposta; la quale
dice, che per questa raggione un corpo non si muove a
l'altro, perché quanto è rimosso da l'altro per distanza
locale, tanto viene ad essere di natura diverso. E contra
questo dice lui, che la distanza maggiore e minore non è
potente a far che la natura sia altra ed altra
.
Filoteo. Questo, inteso come si deve intendere, è veris-
simo. Ma noi abbiamo altro modo di rispondere, ed appor-
tiamo altra raggione, per cui una terra non si muova a
l'altra, o vicina o lontana che la sia.
Elpino. La ho intesa. Ma pur mi par oltre vero quello
che è da credere che volesser dir gli antichi, che un corpo
per maggior lontananza acquista minor attitudine (che
loro chiamorno proprietà e natura per il lor frequente modo
di parlare); perché le parti, alle quali è soggetto molto aria,
son meno potenti a dividere il mezzo e venire al basso.
Filoteo. È certo ed assai esperimentato nelle parti de
la terra, che, da certo termine del loro recesso e lontananza,
ritornar sogliono al suo continente; a cui tanto piú s'affret-
tano quanto piú s'avicinano. Ma noi parliamo ora delle
parti d'un'altra terra.