La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Bressius - antroponimo » Infinito [GA] p. 487



con il proprio dorso, viene a fare orienti ed occidenti tutti
que' lumi che sono fuor della sua circonferenza. E non è
possibile che quel corpo terrestre e sí grande possa da sí
liquido aere e sottil corpo che non resiste al tutto, esser
rapito, e mantenuto, contra sua natura, sospeso; il cui moto,
se fusse vero, sarrebe solamente conforme a quel del primo
mobile, dal quale è rapito, e non imitarebe il moto di pia-
neti; onde ora è giudicato di natura di Mercurio, ora della
luna, ora di Saturno, or de gli altri. Ma, e di questo altre
volte, a suo proposito, si parlarà. Basta ora averne detto
sin tanto che baste per argumento contra costui, che dalla
propinquità e lontananza non vuole che s'inferisca mag-
gior e minor facultà del moto, che lui chiama proprio e
naturale, contra la verità. La quale non permette possa
dirse proprio e naturale ad un suggetto in tal disposizione,
nella quale mai gli può convenire; e però, se le parti da oltre
certa distanza mai se muoveno al continente, non si deve
dire che tal moto sia naturale a quelle.
Elpino. Ben conosce chi ben considera che costui avea
principii tutti contrarii alli principii veri della natura.
Replica appresso che, "se il moto di corpi semplice è na-
turale a essi, averrà che gli corpi semplici, che sono in
molti mondi, e sono di medesima specie, si muovano o al
medesimo mezzo o al medesimo estremo"
.
Filoteo. Questo è quello che lui non potrà giamai pro-
vare, cioè che si debbano muovere al medesimo loro parti-
culare ed individuale. Perché da quel, che gli corpi son di
medesima specie, s'inferisce che a quelli si convegna luogo
di medesima specie e mezzo de medesima specie, ch'è il