La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Rhadamanthus - antroponimo » Mediterraneum, Mare - toponimo terrestre » Infinito [GA] p. 506



Albertino. Cossí farò. Prima, dunque, da quel, che
estra questo mondo non s'intende essere loco né tempo,
perché se dice un primo cielo e primo corpo, il quale è di-
stantissimo da noi e primo mobile
; onde abbiamo per con-
suetudine di chiamar cielo quello che è sommo orizonte
del mondo, dove sono tutte le cose immobili, fisse e quiete,
che son le intelligenze motrici de gli orbi
. Ancora, divi-
dendo il mondo in corpo celeste ed elementare, si pone
questo terminato e contenuto, quello terminante e conti-
nente: ed è tal ordine de l'universo che, montando da corpo
piú crasso a piú sottile quello che è sopra il convesso del
fuoco, in cui sono affissi il sole, la luna ed altre stelle, è una
quinta essenza; a cui conviene e che non vada in infinito,
perché sarrebe impossibile di giongere al primo mobile;
e che non si repliche l'occorso d' altri elementi, sí perché
questi verrebono ad essere circonferenziali, sí anco perché
il corpo incorrottibile e divino verrebe contenuto e com-
preso da gli corrottibili. Il che è inconveniente: perché a
quello ch'è divino, conviene la raggion di forma ed atto,
e per conseguenza di comprendente, figurante, terminante;
non modo di terminata, compresa e figurata materia.
Appresso, argomento cossí con Aristotele: "se fuor di questo
cielo è corpo alcuno, o sarà corpo semplice, o sarà corpo
composto; ed in qualsivoglia modo che tu dica, dimando
oltre, o vi è come in loco naturale, o come in loco acciden-
tale e violento. Mostramo che ivi non è corpo semplice
;