La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Behemot - antroponimo » Rhegima - antroponimo » Infinito [GA] p. 513



Undecimo, da uno non può provenire pluralità d'indi-
vidui se non per tal atto per cui la natura si moltiplica
per division della materia; e questo non è altro atto che di
generazione
. Questo dice Aristotele con tutt'i peripatetici.
Non si fa moltitudine d'individui sotto una specie, se non
per l'atto della generazione. Ma quelli che dicono piú mondi
di medesima materia e forma in specie, non dicono che l'uno
si converte nell'altro né si genere dell'altro
.
Duodecimo, al perfetto non si fa addizione. Se dunque
questo mondo è perfetto, certamente non richiede ch'altro
se gli aggionga. Il mondo è perfetto prima come specie
di continuo che non si termina ad altra specie di continuo;
perché il punto indivisibile matematicamente corre in linea,
che è una specie di continuo; la linea in superficie, che è
la seconda specie di continuo; la superficie in corpo, che è
la terza specie di continuo. Il corpo non migra o discorre
in altra specie di continuo; ma, se è parte dell'universo,
si termina ad altro corpo; se è universo, è perfetto e non si
termina se non da se medesimo
. Dunque, il mondo ed uni-
verso è uno, se deve essere perfetto. - Queste sono le
dodici raggioni, le quali voglio per ora aver prodotte. Se
voi mi satisfarrete in queste, voglio tenermi satisfatto in
tutte.
Filoteo. Bisogna, Albertin mio, che uno che si propone
a defendere una conclusione, prima, se non è al tutto pazzo,
abbia essaminate le contrarie raggioni; come sciocco sar-
rebe un soldato che prendesse assunto de difendere una