La biblioteca ideale di Giordano Bruno
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Remus - antroponimo » Infinito [GA] p. 528



Il cielo è quale lo veggiamo circa questo globo, il quale
non meno che gli altri è astro luminoso ed eccellente. Gli
mondi son quali con lucida e risplendente faccia ne si mo-
strano distinti, ed a certi intervalli seposti gli uni da gli
altri; dove in nessuna parte l'uno è piú vicino a l'altro
che esser possa la luna a questa terra, queste terre a questo
sole: a fin che l'un contrario non destrugga ma alimente
l'altro, ed un simile non impedisca ma doni spacio a l'altro.
Cossí, a raggione a raggione, a misura a misura, a tempi
a tempi, questo freddissimo globo, or da questo or da quel
verso, ora con questa ora con quella faccia si scalda al sole;
e con certa vicissitudine or cede, or si fa cedere alla vicina
terra, che chiamiamo luna, facendosi or l'una or l'altra o
piú lontana dal sole, o piú vicina a quello: per il che anti-
ctona
terra
è chiamata dal Timeo ed altri pitagorici.
Or questi sono gli mondi abitati e colti tutti da gli animali
suoi, oltre che essi son gli principalissimi e piú divini animali
dell'universo; e ciascun d'essi non è meno composto di
quattro elementi che questo in cui ne ritroviamo; benché
in altri predomine una qualità attiva, in altri altra; onde
altri son sensibili per l'acqui, altri son sensibili per il foco.
Oltre gli quai quattro elementi che vegnono in composizion
di questi, è una eterea regione, come abbiam detto, immensa,
nella qual si muove, vive e vegeta il tutto. Questo è l'etere
che contiene e penetra ogni cosa; il quale, in quanto che si
trova dentro la composizione (in quanto, dico, si fa parte
del composto), è comunmente nomato aria, quale è